EP2) Olivia in Silicon Valley — i missili di oggi
04/02/24
“We missile”
Ciao! Ben ritrovati in questo secondo appuntamento!
Ma se io vi chiamassi così?
Ma se io un giorno vi chiamassi o mandassi un messaggio iniziando con “we missile, come va?” esattamente cosa pensereste di me?
Oggi Dario, compagno di questa avventura e frequentante la magistrale di Ingegneria Meccanica al PoliMi, ci ha fatto lezione di come lui approccia i suoi coetanei/conoscenti, maschi o femmine che siano. Per esempio, oggi per pranzo dovevano raggiungerci due ragazzi che partecipano alla fellowship, mai visti. Dario, incaricato di chiedere dove fossero, li chiama e inizia la telefonata con un “we missili, dove siete?”.
San Francisco in short
Oggi primo giorno di visita a San Francisco. Ieri sera, prima di crollare dopo diverse ore insonni in aereo, abbiamo fatto due passi per avere una prima impressione della città.
San Francisco è divisa in blocks, come tutte le città americane che si rispettino. Ogni quartiere ha le sue peculiarità, è molto diversa da zona a zona, ma tutte hanno in comune il legame stretto che c’è fra lusso sfrenato e degrado incontrollato.
Noi alloggiamo in una stanza carina, nel basement dell’edificio sono presenti anche la cucina e la lavatrice condivisa. Siamo locate nella posizione rossa nella mappa: a sud c’è tenderloin, che, come si evince dal nome, è un quartiere dove i barboni che si fanno di crack vivono nelle tende in strada. Fortunatamente non ho foto esplicative da sottoporvi. Union Square e Chinatown sono i due quartieri più vicini a noi, mentre a nord ovest (dove ho visto l’unica chiesa presente in questa città) troviamo Nob Hill e North Beach, due quartieri benestanti vicini al Financial District. Tutto sommato poteva andarci peggio.
I San Franciscani
I San Franciscani mi sembrano chill, quelli non fatti di crack dico. A parte un tizio che si vede era un po’ incattivito, oggi mentre camminavo mi è venuto addosso. Peccato che fosse proprio un americano tipico di 1.90m x 120kg munito pure di cappellino, dunque all’impatto si è portato via la mia spalla e un po’ di piede destro.
Abbiamo pure bagolato con quattro ragazze molto carine che lavorano in un laboratorio di cellule staminali di un’azienda spagnola con sede anche qua. Ci hanno consigliato parchi da visitare e un posto local che a quanto pare la sera fa serate americane vere, stile messicano dove puoi fare bull riding col cappello e ubriacarti bevendo enormi pinte di birra. Hardcore essere american, ho pensato.
Qua non sono i papaveri che sono alti…
…sono i grattacieli, ma io rimango piccolina. Capisco come dev’essersi sentito Arthur quando è sceso nel mondo dei Minimei e ha visto tutto il suo mondo come se fosse una pagnotta e lui solo una briciolina (Il film è Arthur e il popolo dei Minimei). Non che io mi senta tanto diversamente in Italia, dall’alto del mio metro e cinquantotto…
San Francisco mostra la sua essenza nell’altezza dei suoi mille grattacieli, tanto vetrati e riflettenti quanto cupi. Perché sì, San Francisco non nasconde una storica scia artistica come l’Europa, ma una forza liberale e tecnologica che la rende città aperta e stimolante. Nell’aria assapori le possibilità di abbracciare una carriera di successo, aleggia un senso di spinta alla ricerca delle opportunità che ti offre. San Francisco è vuota di gente che cammina, ma piena di echi dei rombi delle macchine che spostano persone d’affari da un building all’altro.
Poi, mentre sali e scendi le sue ripide salite, arrivi in zone che ti ricordano la Notting Hill di Londra, ma anche le palme della Florida. San Francisco e i suoi leoni marini ti accolgono e non ti giudicano, ti mostrano grandezza ma sottendendo povertà. Ti dà opportunità ma chiede adattamento, come tutte le metropoli con un certo ritmo di vita.
Un aneddoto funny
Circondati da tutti questi grattacieli abbiamo deciso di voler salire in (almeno) un edificio. Riccardo, un ragazzo che frequenta Ingegneria Elettronica all’EPFL in Svizzera, si prepara un monologo che citava circa “hello we are some tourists and we would like to climb the building because it is so amazing”. Così, ha suonato al citofono di un grattacielo palesemente chiuso (è sabato) e ha inscenato la richiesta con tono impietosito.
Chiaramente non ci hanno fatto entrare.
Successivamente, però, vediamo l’edificio di SalesForce e decidiamo di riprovarci. Effettivamente ci credevamo. Incredibilmente lo troviamo aperto, dunque ci fiondiamo all’ultimo piano da un ascensore preso non so dove, trovando ad aspettarci un giardino rialzato. Presto scopriamo essere aperto al pubblico, e non solo: organizzava attività di intrattenimento tipo lezioni di yoga (probabilmente per i dipendenti, ma lo abbiamo subito segnato agenda). Con piacevole sorpresa l’abbiamo percorso tutto, promettendoci di riprovare l’ebbrezza di salire nei prossimi giorni.
Cibo di oggi:
L’aggiornamento è doveroso essendo mia priorità.
La mattinata è partita con una colazione da McDonald’s (…). Fortunatamente c’era l’oat, tipo porridge, con mele e frutta secca che mi ha evitato la combo breakfast con uova e pesce fritto. In compenso ho preso un caffè “medium” perché la tazza nella foto al totem sembrava dimensione cappuccino, ma mi è arrivata praticamente una vasca di caffè americano (vedete in foto).
A pranzo ci siamo fermati nel food market lungo la costa dove ho preso un bagel con dentro formaggio spalmabile, rucola e cipolla. Era ok. Poi io e Matilda, la nostra guida super carina, nonché partecipante alla fellowship, abbiamo preso due mele giganti ad un banco del market.
Infine stasera siamo andati a mangiare messicano e ho preso un burrito veg che probabilmente digerirò durante il volo di ritorno in Italia.
Dizionario di oggi:
- Missile: modo Dariesco per “bro”. Le declinazioni per genere e numero sono: missile (m.s.), missila (f.s.), missili (m.p.), missilie corsivo (f.p.);
- Basement: seminterrato, non il podcast;
- Building: edificio, tipicamente grande e di vetro, non vedi mai nulla dentro;
- San Franciscani: abitanti di San Francisco;
- Crack: è una brutta droga;
- Bagolato: chiacchierato animatamente;
- Bull riding: gioco dove cavalchi il toro e il 100.0000% delle volte ti fai male;
- Hardcore: hardcore;
- Funny: divertente;
- Breakfast: colazione non buona.
Ed eccoci arrivati alla fine di questa giornata. Domani inizia il programma: la mattina conosceremo il team di Gomry (la startup che ha organizzato la fellowship) e al pomeriggio abbiamo un primo incontro a Stanford con un mentor.
Cercherò di aggiornarvi a dovere, nel frattempo vi saluto con una foto dei leoni marini (leoni, non foche, leoni) bellissimi che oggi abbiamo incontrato al Pier 39.
Grazie come sempre e a presto!!